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Grosseto è un comune di circa 82.000 abitanti situato in Toscana, capoluogo dell'omonima provincia e principale città della Maremma. È il capoluogo di provincia situato più a sud tra quelli della Toscana e, per superficie territoriale, risulta essere il più vasto comune della regione, nonché il terzo dell'Italia centrale e il nono dell'intero territorio nazionale dopo Roma, Ravenna, Cerignola, Noto, Sassari, Monreale, Gubbio e Foggia. A livello demografico, la città contava appena 4.724 abitanti subito dopo l'Unità d'Italia, iniziando da allora una crescita esponenziale che ha portato al superamento della soglia delle 70.000 unità nel 1991 e delle 80.000 nel 2009.
Dal punto di vista urbanistico, la città è uno dei pochi capoluoghi di provincia (Ferrara, Bergamo, Lucca), il cui centro storico è rimasto completamente circondato da una cerchia muraria, nell'insieme integra, che ha mantenuto pressoché immutato il proprio aspetto nel corso dei secoli.
« Così è Grosseto nella sua amabile cerchia di mura cinquecentesche che, ben piantate e bassotte, impennacchiate di alberi frondosi quasi come quelli di Lucca, con i suoi baluardi, fra tutte quelle splendide palme, belle come a Roma, e i pini e i cipressi, risiede come un centro da tavola sulla tovaglia verdissima della pianura maremmana.
Un deserto di bellezza colmo di sole - anche se un velo
Sopra si distende di malinconica tristezza;
Orma d'uomo non calpesta il regno della solitudine
Il deserto in fiore risplende invano.
La spiaggia di Marina di AlbereseLa città è posta a circa 12 km dal mare (dove si affacciano le frazioni comunali di Marina di Grosseto e Principina a Mare), al centro di una pianura alluvionale denominata Maremma grossetana, nel punto di confluenza della Valle dell'Ombrone. In passato, gran parte dell'area pianeggiante era occupata dal Lago Prile che si estendeva quasi fino alla parte occidentale della città. L'antico bacino lacustre costiero dalle caratteristiche palustri è quasi del tutto scomparso a seguito delle opere di canalizzazione rientranti nelle bonifiche settecentesche apportate dai Lorena, completate definitivamente tra gli '20 e '30 del secolo scorso dal governo fascista.
Nella parte nord-orientale del territorio comunale, presso la moderna frazione di Roselle che è sorta nei pressi dell'antica città etrusco-romana, si trova una sorgente termale di acqua sulfurea, della stessa natura e origine che contraddistingue le più rinomate Terme di Saturnia e le altre terme sparse tra il Monte Amiata, l'Area del Tufo e le Colline dell'Albegna e del Fiora.
Nella parte orientale e meridionale del territorio comunale scorre il fiume Ombrone, che con il suo corso prima costeggia la frazione comunale di Istia d'Ombrone e poi si avvicina in alcuni punti alla città con alcune sue anse che precedono la foce situata all'interno del Parco Naturale della Maremma, poco a sud di Principina a Mare.
La parte occidentale del territorio comunale è compresa nella Riserva naturale Diaccia Botrona, area palustre che si estende dove sorgeva l'antico Lago Prile, mentre l'area sud-occidentale rientra nel Parco naturale della Maremma, dove si estende l'area palustre della Trappola e si elevano le prime propaggini dei Monti dell'Uccellina a sud della foce dell'Ombrone.
Nel territorio comunale sono incluse anche le Formiche di Grosseto, nel cuore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano; gli isolotti e l'intero tratto di mare che bagna il litorale grossetano rientrano anche nell'area marina protetta europea del Santuario dei Cetacei.
Il centro cittadino si trova ad un'altezza di circa 10 metri s.l.m., mentre il restante territorio comunale si estende ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 417 metri del Poggio Lecci sui Monti dell'Uccellina, dove sorgono l'Abbazia di San Rabano e la Torre dell'Uccellina; altro rilievo degno di nota è il Poggio di Moscona (317 metri s.l.m.) che, con la sua caratteristica fortificazione, domina l'abitato di Roselle. Comunque, prendendo in esame soltanto le aree urbane e i centri abitati, l'altezza massima si registra a Montepescali con 222 metri s.l.m.
La città dista 145 kma da Firenze, 175 km da Roma, 150 km dallo scalo internazionale e intercontinentale dell'Aeroporto di Fiumicino; le città capoluogo di provincia più vicine a Grosseto sono Siena (71 km) e Livorno (133 km).
Il territorio comunale di Grosseto rientra in ben 4 distinte aree protette.
In particolare, va segnalato che la parte nord-occidentale del territorio comunale è compresa nella Riserva naturale Diaccia Botrona (area umida di grande pregio naturalistico), la parte sud-occidentale rientra nel Parco naturale della Maremma (tra la foce dell'Ombrone, la linea di costa e i Monti dell'Uccellina), le Formiche di Grosseto che sono incluse sia nel Parco nazionale Arcipelago Toscano che nel Santuario dei Cetacei, area marina protetta a livello internazionale che comprende anche l'intero tratto litoraneo del comune di Grosseto, oltre alle acque antistanti.
Aree protette che interessano il Comune di Grosseto
Parco nazionale Arcipelago Toscano
Parco naturale della Maremma
Riserva naturale Diaccia Botrona
Santuario dei Cetacei
Il territorio comunale si estende su un'area interamente classificata a bassissima sismicità. Storicamente, sono stati pochissimi gli eventi sismici che hanno interessato la città e le sue frazioni, i cui epicentri erano comunque localizzati a distanza. Il terremoto più "forte" che si sia mai verificato a Grosseto fu quello della notte del 25 agosto 1909, che ebbe come epicentro Murlo: in quell'occasione i pur modesti effetti furono compresi tra il IV grado della Scala Mercalli che si registrò nelle aree occidentali e meridionali del territorio comunale e il V grado della medesima scala che interessò il centro storico e le aree a nord e a est della città (nella località della provincia di Siena che fu l'epicentro la magnitudo fu di 5.40 della Scala Richter con l'VIII grado della Mercalli). Altri eventi che superarono la soglia delle scosse strumentali furono, per effetto decrescente, quello del 14 agosto 1846 con il IV grado della Scala Mercalli (epicentro ad Orciano Pisano ove si ebbe una magnitudo di 5.71 della Scala Richter ed il IX grado della Mercalli), e quello del 12 febbraio 1905 che raggiunse il III-IV grado della Scala Mercalli (epicentro Santa Fiora con magnitudo 4.83 della Scala Richter e VI grado della Mercalli).
Dal punto di vista urbanistico, la città è uno dei pochi capoluoghi di provincia (Ferrara, Bergamo, Lucca), il cui centro storico è rimasto completamente circondato da una cerchia muraria, nell'insieme integra, che ha mantenuto pressoché immutato il proprio aspetto nel corso dei secoli.
« Così è Grosseto nella sua amabile cerchia di mura cinquecentesche che, ben piantate e bassotte, impennacchiate di alberi frondosi quasi come quelli di Lucca, con i suoi baluardi, fra tutte quelle splendide palme, belle come a Roma, e i pini e i cipressi, risiede come un centro da tavola sulla tovaglia verdissima della pianura maremmana.
Un deserto di bellezza colmo di sole - anche se un velo
Sopra si distende di malinconica tristezza;
Orma d'uomo non calpesta il regno della solitudine
Il deserto in fiore risplende invano.
La spiaggia di Marina di AlbereseLa città è posta a circa 12 km dal mare (dove si affacciano le frazioni comunali di Marina di Grosseto e Principina a Mare), al centro di una pianura alluvionale denominata Maremma grossetana, nel punto di confluenza della Valle dell'Ombrone. In passato, gran parte dell'area pianeggiante era occupata dal Lago Prile che si estendeva quasi fino alla parte occidentale della città. L'antico bacino lacustre costiero dalle caratteristiche palustri è quasi del tutto scomparso a seguito delle opere di canalizzazione rientranti nelle bonifiche settecentesche apportate dai Lorena, completate definitivamente tra gli '20 e '30 del secolo scorso dal governo fascista.
Nella parte nord-orientale del territorio comunale, presso la moderna frazione di Roselle che è sorta nei pressi dell'antica città etrusco-romana, si trova una sorgente termale di acqua sulfurea, della stessa natura e origine che contraddistingue le più rinomate Terme di Saturnia e le altre terme sparse tra il Monte Amiata, l'Area del Tufo e le Colline dell'Albegna e del Fiora.
Nella parte orientale e meridionale del territorio comunale scorre il fiume Ombrone, che con il suo corso prima costeggia la frazione comunale di Istia d'Ombrone e poi si avvicina in alcuni punti alla città con alcune sue anse che precedono la foce situata all'interno del Parco Naturale della Maremma, poco a sud di Principina a Mare.
La parte occidentale del territorio comunale è compresa nella Riserva naturale Diaccia Botrona, area palustre che si estende dove sorgeva l'antico Lago Prile, mentre l'area sud-occidentale rientra nel Parco naturale della Maremma, dove si estende l'area palustre della Trappola e si elevano le prime propaggini dei Monti dell'Uccellina a sud della foce dell'Ombrone.
Nel territorio comunale sono incluse anche le Formiche di Grosseto, nel cuore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano; gli isolotti e l'intero tratto di mare che bagna il litorale grossetano rientrano anche nell'area marina protetta europea del Santuario dei Cetacei.
Il centro cittadino si trova ad un'altezza di circa 10 metri s.l.m., mentre il restante territorio comunale si estende ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 417 metri del Poggio Lecci sui Monti dell'Uccellina, dove sorgono l'Abbazia di San Rabano e la Torre dell'Uccellina; altro rilievo degno di nota è il Poggio di Moscona (317 metri s.l.m.) che, con la sua caratteristica fortificazione, domina l'abitato di Roselle. Comunque, prendendo in esame soltanto le aree urbane e i centri abitati, l'altezza massima si registra a Montepescali con 222 metri s.l.m.
La città dista 145 kma da Firenze, 175 km da Roma, 150 km dallo scalo internazionale e intercontinentale dell'Aeroporto di Fiumicino; le città capoluogo di provincia più vicine a Grosseto sono Siena (71 km) e Livorno (133 km).
Il territorio comunale di Grosseto rientra in ben 4 distinte aree protette.
In particolare, va segnalato che la parte nord-occidentale del territorio comunale è compresa nella Riserva naturale Diaccia Botrona (area umida di grande pregio naturalistico), la parte sud-occidentale rientra nel Parco naturale della Maremma (tra la foce dell'Ombrone, la linea di costa e i Monti dell'Uccellina), le Formiche di Grosseto che sono incluse sia nel Parco nazionale Arcipelago Toscano che nel Santuario dei Cetacei, area marina protetta a livello internazionale che comprende anche l'intero tratto litoraneo del comune di Grosseto, oltre alle acque antistanti.
Aree protette che interessano il Comune di Grosseto
Parco nazionale Arcipelago Toscano
Parco naturale della Maremma
Riserva naturale Diaccia Botrona
Santuario dei Cetacei
Il territorio comunale si estende su un'area interamente classificata a bassissima sismicità. Storicamente, sono stati pochissimi gli eventi sismici che hanno interessato la città e le sue frazioni, i cui epicentri erano comunque localizzati a distanza. Il terremoto più "forte" che si sia mai verificato a Grosseto fu quello della notte del 25 agosto 1909, che ebbe come epicentro Murlo: in quell'occasione i pur modesti effetti furono compresi tra il IV grado della Scala Mercalli che si registrò nelle aree occidentali e meridionali del territorio comunale e il V grado della medesima scala che interessò il centro storico e le aree a nord e a est della città (nella località della provincia di Siena che fu l'epicentro la magnitudo fu di 5.40 della Scala Richter con l'VIII grado della Mercalli). Altri eventi che superarono la soglia delle scosse strumentali furono, per effetto decrescente, quello del 14 agosto 1846 con il IV grado della Scala Mercalli (epicentro ad Orciano Pisano ove si ebbe una magnitudo di 5.71 della Scala Richter ed il IX grado della Mercalli), e quello del 12 febbraio 1905 che raggiunse il III-IV grado della Scala Mercalli (epicentro Santa Fiora con magnitudo 4.83 della Scala Richter e VI grado della Mercalli).
Storia
L'area attorno alla città di Grosseto era già abitata in epoca preistorica, come testimoniano alcune tracce rinvenute nelle grotte del Parco naturale della Maremma, nei pressi della frazione comunale di Alberese. La stessa zona risultava abitata anche in epoche successive, come testimoniano alcuni resti di epoca etrusco-romana. Inoltre, proprio a partire dal VII secolo a.C. andò sviluppandosi l'antica Roselle, fondata dagli Etruschi, passata successivamente ai Romani e rimasta abitata fino al XII secolo, della quale si conserva un vasto sito archeologico che rientra nei confini comunali.
Le origini della città risalgono all'alto Medioevo, nonostante alcuni ritrovamenti più antichi ma molto sporadici che sono stati effettuati in alcuni punti dell'area urbana.
La città viene menzionata per la prima volta nell'agosto 803, quando l'antica chiesa di San Giorgio e molti suoi beni vennero dati in enfiteusi ad Ildebrando Aldobrandeschi, i cui successori furono conti della Maremma grossetana sino alla fine del XII secolo. Iniziò così il dominio degli Aldobrandeschi , con cui la città raggiunse la sua maggior potenza, grazie all'elevato grado di indipendenza che l'Impero concesse alla contea da loro amministrata.
Tra il 1137 e il 1138 la città e i suoi abitanti conobbero importanti momenti di gloria; prima venne respinto un violento assedio condotto dal duca Arrigo di Baviera, successivamente vi fu trasferita la sede vescovile, la cui cattedra aveva avuto fino a quel momento la sede nell'antica Roselle; nel 1151 la città prestò giuramento a Siena, con la quale stipulò anche importanti accordi per la dogana del sale.
L'inizio del Duecento vide la nascita del libero Comune. Nel 1204 venne redatto la Carta delle Libertà, uno statuto che regolava i rapporti tra i singoli cittadini e tra la cittadinanza e i conti Aldobrandeschi che vi governavano, pur con una certa sottomissione a Siena. Nel 1222, gli Aldobrandeschi concessero ai cittadini la facoltà di nominare un podestà, tre consiglieri e i consoli, atto che portò ad una disobbedienza civile verso il comune di Siena. Il successivo invio di tremila uomini da Siena e una serie di attività diplomatiche intraprese ristabilirono, nel settembre del 1244, fedeltà e obbedienza, pur rimanendo alla cittadinanza i privilegi che erano stati concessi dall'Impero alla contea aldobrandesca.
Nel 1224, l'imperatore Federico II visitò la città, favorendo in seguito l'arrivo e la permanenza in città di poeti, uomini della nobiltà da ogni parte d'Italia, grazie alla sua fama di personaggio colto e di mecenate. Proprio durante la permanenza a Grosseto, Federico II riuscì a smascherare la congiura di Capaccio ordita da Pandolfo di Pasanella.
Dopo la serena parentesi Umberto e Aldobrandino Aldobrandeschi, morto il padre Guglielmo, cercarono di riconquistare ai Senesi i domini perduti; gli eserciti senesi però, nel 1259, costrinsero alla resa la città e nominarono podestà un loro concittadino. Di nuovo libera dopo appena un anno, Grosseto combatté a fianco di Firenze nella battaglia di Montaperti; rioccupata, devastata, scomunicata da Clemente IV, recuperata la libertà, dichiarata la Repubblica con a capo Maria Scozia Tolomei, assediata da Ludovico il Bavaro e dall'antipapa Nicola V nel 1336, subì la definitiva sottomissione a Siena.
Tentativi di rivolta che portarono allo Statuto del 1421 , pestilenze, tra le quali quelle del 1430 e del 1527 (a cui seguì l'anno successivo una incursione del corsaro Barbarossa), caratterizzarono il periodo precedente al 1552 anno in cui i Grossetani cacciarono gli Spagnoli che presiedevano la città.
La definitiva caduta della Repubblica di Siena e la successiva pace di Cateau-Cambrésis determinarono il passaggio della città nel Granducato di Toscana. Proprio in questo periodo, i Medici ricostruirono una più ampia e fortificata cinta muraria, crearono l'Ufficio dei Fossi, ed iniziarono a costruire nuove strade. Tuttavia, la trascuratezza per le aree pianeggianti attorno alla città non risolse i problemi legati alla malaria.
Il passaggio di consegne nel Settecento dalla dinastia dei Medici a quella dei Lorena che divennero i nuovi granduchi di Toscana, fece sì che la città, il suo territorio e l'intera provincia fossero separati da Siena. Pietro Leopoldo concesse la podesteria, costituendo di fatto l'ente provinciale, con nuovi ordinamenti politici ed economici.
Dopo il Congresso di Vienna, Ferdinando III di Toscana fece riprendere le opere di bonifica della Maremma, grazie alla collaborazione dell'ingegnere Vittorio Fossombroni. Anche il successore Leopoldo II di Lorena continuò le opere di risanamento della pianura grossetana, stabilendo un ottimo rapporto reciproco con la cittadinanza, tanto che i Grossetani, il 1º maggio 1846, inaugurarono in Piazza delle Catene il Monumento a Canapone a lui dedicato. La politica divise in seguito i Grossetani dal granduca, Grosseto partecipò attivamente al Risorgimento, pur ricordando sempre positivamente nel corso del tempo la figura del granduca, anche dopo la sua definitiva partenza da Firenze che seguì l'Unità d'Italia.
L'abolizione dell'estatatura nel 1897 costituì le premesse per lo sviluppo che la città e il territorio hanno conosciuto durante il secolo scorso; i cui avvenimento più funesti furono certamente il bombardamento aereo che la città subì durante la seconda guerra mondiale il 26 aprile 1943, lunedì dell'Angelo di quell'anno, e l'eccidio di Maiano Lavacchio del 22 marzo 1944, tragico evento nel quale furono uccisi i Martiri d'Istia, un gruppo di giovani che risiedeva principalmente nella frazione comunale di Istia d'Ombrone.
Le origini della città risalgono all'alto Medioevo, nonostante alcuni ritrovamenti più antichi ma molto sporadici che sono stati effettuati in alcuni punti dell'area urbana.
La città viene menzionata per la prima volta nell'agosto 803, quando l'antica chiesa di San Giorgio e molti suoi beni vennero dati in enfiteusi ad Ildebrando Aldobrandeschi, i cui successori furono conti della Maremma grossetana sino alla fine del XII secolo. Iniziò così il dominio degli Aldobrandeschi , con cui la città raggiunse la sua maggior potenza, grazie all'elevato grado di indipendenza che l'Impero concesse alla contea da loro amministrata.
Tra il 1137 e il 1138 la città e i suoi abitanti conobbero importanti momenti di gloria; prima venne respinto un violento assedio condotto dal duca Arrigo di Baviera, successivamente vi fu trasferita la sede vescovile, la cui cattedra aveva avuto fino a quel momento la sede nell'antica Roselle; nel 1151 la città prestò giuramento a Siena, con la quale stipulò anche importanti accordi per la dogana del sale.
L'inizio del Duecento vide la nascita del libero Comune. Nel 1204 venne redatto la Carta delle Libertà, uno statuto che regolava i rapporti tra i singoli cittadini e tra la cittadinanza e i conti Aldobrandeschi che vi governavano, pur con una certa sottomissione a Siena. Nel 1222, gli Aldobrandeschi concessero ai cittadini la facoltà di nominare un podestà, tre consiglieri e i consoli, atto che portò ad una disobbedienza civile verso il comune di Siena. Il successivo invio di tremila uomini da Siena e una serie di attività diplomatiche intraprese ristabilirono, nel settembre del 1244, fedeltà e obbedienza, pur rimanendo alla cittadinanza i privilegi che erano stati concessi dall'Impero alla contea aldobrandesca.
Nel 1224, l'imperatore Federico II visitò la città, favorendo in seguito l'arrivo e la permanenza in città di poeti, uomini della nobiltà da ogni parte d'Italia, grazie alla sua fama di personaggio colto e di mecenate. Proprio durante la permanenza a Grosseto, Federico II riuscì a smascherare la congiura di Capaccio ordita da Pandolfo di Pasanella.
Dopo la serena parentesi Umberto e Aldobrandino Aldobrandeschi, morto il padre Guglielmo, cercarono di riconquistare ai Senesi i domini perduti; gli eserciti senesi però, nel 1259, costrinsero alla resa la città e nominarono podestà un loro concittadino. Di nuovo libera dopo appena un anno, Grosseto combatté a fianco di Firenze nella battaglia di Montaperti; rioccupata, devastata, scomunicata da Clemente IV, recuperata la libertà, dichiarata la Repubblica con a capo Maria Scozia Tolomei, assediata da Ludovico il Bavaro e dall'antipapa Nicola V nel 1336, subì la definitiva sottomissione a Siena.
Tentativi di rivolta che portarono allo Statuto del 1421 , pestilenze, tra le quali quelle del 1430 e del 1527 (a cui seguì l'anno successivo una incursione del corsaro Barbarossa), caratterizzarono il periodo precedente al 1552 anno in cui i Grossetani cacciarono gli Spagnoli che presiedevano la città.
La definitiva caduta della Repubblica di Siena e la successiva pace di Cateau-Cambrésis determinarono il passaggio della città nel Granducato di Toscana. Proprio in questo periodo, i Medici ricostruirono una più ampia e fortificata cinta muraria, crearono l'Ufficio dei Fossi, ed iniziarono a costruire nuove strade. Tuttavia, la trascuratezza per le aree pianeggianti attorno alla città non risolse i problemi legati alla malaria.
Il passaggio di consegne nel Settecento dalla dinastia dei Medici a quella dei Lorena che divennero i nuovi granduchi di Toscana, fece sì che la città, il suo territorio e l'intera provincia fossero separati da Siena. Pietro Leopoldo concesse la podesteria, costituendo di fatto l'ente provinciale, con nuovi ordinamenti politici ed economici.
Dopo il Congresso di Vienna, Ferdinando III di Toscana fece riprendere le opere di bonifica della Maremma, grazie alla collaborazione dell'ingegnere Vittorio Fossombroni. Anche il successore Leopoldo II di Lorena continuò le opere di risanamento della pianura grossetana, stabilendo un ottimo rapporto reciproco con la cittadinanza, tanto che i Grossetani, il 1º maggio 1846, inaugurarono in Piazza delle Catene il Monumento a Canapone a lui dedicato. La politica divise in seguito i Grossetani dal granduca, Grosseto partecipò attivamente al Risorgimento, pur ricordando sempre positivamente nel corso del tempo la figura del granduca, anche dopo la sua definitiva partenza da Firenze che seguì l'Unità d'Italia.
L'abolizione dell'estatatura nel 1897 costituì le premesse per lo sviluppo che la città e il territorio hanno conosciuto durante il secolo scorso; i cui avvenimento più funesti furono certamente il bombardamento aereo che la città subì durante la seconda guerra mondiale il 26 aprile 1943, lunedì dell'Angelo di quell'anno, e l'eccidio di Maiano Lavacchio del 22 marzo 1944, tragico evento nel quale furono uccisi i Martiri d'Istia, un gruppo di giovani che risiedeva principalmente nella frazione comunale di Istia d'Ombrone.
Centro Storico
Il meraviglioso centro di Grosseto può vantare un particolare e sicuramente interessante primato che può condividere con altre città d’Italia, la cittadina infatti è una delle poche ad avere la cinta muraria ancora in perfetto stato di conservazione, il suo centro storico risulta infatti, ancora oggi, completamente circondato da imponenti e forti mura di cinta, che donano alla favolosa città maremmana un aspetto certamente austero ed importante.
La Cattedrale di San Lorenzo, edificio sacro principale di Grosseto, la sua costruzione risale al 1138 e si presenta come un affascinante esempio di arte gotica, l’interno custodisce poi alcuni pregiati affreschi ed un bellissimo altare maggiore.
La Chiesa della Misericordia, antichissima sede di alcune confraternite ed ordini religiosi, la sua costruzione risale al XII secolo anche se il suo attuale aspetto è dovuto ad alcuni rimaneggiamenti del XIX secolo.
Il Convento delle Clarisse e la Chiesa dei Biagi, entrambi attualmente sconsacrati, la loro costruzione si colloca nel periodo medievale anche se non mancano elementi architettonici settecenteschi e barocchi.
La Chiesa di San Francesco, splendida costruzione medievale rimaneggiata nel corso dei secoli successivi, la sua originaria funzione fu quella di convento dei Francescani, al suo interno si potranno ammirare numerose opere d’arte, tra cui un fantastico tabernacolo in legno ed alcuni affreschi di pregevole fattura.
La Chiesa di San Pietro, uno degli edifici più antichi della città di Grosseto, la sua costruzione avvenne lungo il tracciato della via Aurelia.
Il Palazzo Aldobrandeschi, la sua costruzione risale al periodo medievale, anche se l’aspetto attuale è dovuto alle successive ristrutturazioni che hanno riguardato la struttura nel XIX secolo, l’edificio si presenta come un favoloso esempio di arte gotica, ricco di elementi architettonici, oggi è sede della Provincia.
Il Teatro degli Industrii, ancora oggi in attività, si tratta di un’affascinante costruzione del XIX secolo, realizzata su di un preesistente edificio storico.
Il Palazzo Comunale, un accattivante edificio neo-rinascimentale che si affaccia in Piazza Dante.
Il Cassero del Sale, la cui antica funzione fu quella di punto di raccolta e smistamento del sale proveniente dalle saline, la sua costruzione risale al XIV secolo e sorge nelle immediate vicinanze di Porta Vecchia.
Il Museo Archeologico ed Arte della Maremma, ospitato all’interno del Palazzo del Vecchio Tribunale, nelle sale del museo si articola una vaste esposizione di urne cinerarie rinvenute nelle vicine necropoli di Volterra e Chiusi, di oggetti e reperti etruschi e romani, viene inoltre raccontata la storia della limitrofa cittadina antica di Roselle, con riferimenti all’età del ferro, alla dominazione etrusca ed al periodo della politica dell’Impero Romano.
Il Museo di Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, anch’esso ospitato nel palazzo del Vecchio Tribunale, si tratta di un’esposizione di opere d’arte religiosa, oggetti di antiquariato, ed alcuni splendidi dipinti, tra i quali meritano di essere citati “La Madonna” e ”Il Giudizio Finale”.
Il Museolab della città di Grosseto, una sorta di museo innovativo, all’interno del quale vengono spiegati e descritti ai visitatori i nuovi metodi di ricerca archeologica ed i risultati di studi recenti, ma anche ricostruzioni, grafici e pannelli esplicativi, che donano interessanti informazioni sulle attività economiche, politiche e quotidiane nel passato, vengono inoltre raccontati i metodi di ricerca degli Archeologi, il museo ha sede nei locali dell’ex convento delle Clarisse.
Il Museo di Storia Naturale della Maremma, un interessante centro che ospita una vasta collezione di mineralogia, zoologia, preistoria e paleontologia, la visita si articola attraverso numerose sale, nelle quali si potranno ammirare meravigliose esposizioni e pannelli esplicativi che raccontano le caratteristiche morfologiche del territorio grossetano.
L’Acquario Comunale, ospitato nei locali del Bastione delle Rimembranze lungo le mura di cinta, all’interno si potranno ammirare numerose vasche che accolgono specie ittiche del Tirreno, e una grande collezione di conchiglie provenienti dal Mediterraneo e dai mari tropicali.
La Cattedrale di San Lorenzo, edificio sacro principale di Grosseto, la sua costruzione risale al 1138 e si presenta come un affascinante esempio di arte gotica, l’interno custodisce poi alcuni pregiati affreschi ed un bellissimo altare maggiore.
La Chiesa della Misericordia, antichissima sede di alcune confraternite ed ordini religiosi, la sua costruzione risale al XII secolo anche se il suo attuale aspetto è dovuto ad alcuni rimaneggiamenti del XIX secolo.
Il Convento delle Clarisse e la Chiesa dei Biagi, entrambi attualmente sconsacrati, la loro costruzione si colloca nel periodo medievale anche se non mancano elementi architettonici settecenteschi e barocchi.
La Chiesa di San Francesco, splendida costruzione medievale rimaneggiata nel corso dei secoli successivi, la sua originaria funzione fu quella di convento dei Francescani, al suo interno si potranno ammirare numerose opere d’arte, tra cui un fantastico tabernacolo in legno ed alcuni affreschi di pregevole fattura.
La Chiesa di San Pietro, uno degli edifici più antichi della città di Grosseto, la sua costruzione avvenne lungo il tracciato della via Aurelia.
Il Palazzo Aldobrandeschi, la sua costruzione risale al periodo medievale, anche se l’aspetto attuale è dovuto alle successive ristrutturazioni che hanno riguardato la struttura nel XIX secolo, l’edificio si presenta come un favoloso esempio di arte gotica, ricco di elementi architettonici, oggi è sede della Provincia.
Il Teatro degli Industrii, ancora oggi in attività, si tratta di un’affascinante costruzione del XIX secolo, realizzata su di un preesistente edificio storico.
Il Palazzo Comunale, un accattivante edificio neo-rinascimentale che si affaccia in Piazza Dante.
Il Cassero del Sale, la cui antica funzione fu quella di punto di raccolta e smistamento del sale proveniente dalle saline, la sua costruzione risale al XIV secolo e sorge nelle immediate vicinanze di Porta Vecchia.
Il Museo Archeologico ed Arte della Maremma, ospitato all’interno del Palazzo del Vecchio Tribunale, nelle sale del museo si articola una vaste esposizione di urne cinerarie rinvenute nelle vicine necropoli di Volterra e Chiusi, di oggetti e reperti etruschi e romani, viene inoltre raccontata la storia della limitrofa cittadina antica di Roselle, con riferimenti all’età del ferro, alla dominazione etrusca ed al periodo della politica dell’Impero Romano.
Il Museo di Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, anch’esso ospitato nel palazzo del Vecchio Tribunale, si tratta di un’esposizione di opere d’arte religiosa, oggetti di antiquariato, ed alcuni splendidi dipinti, tra i quali meritano di essere citati “La Madonna” e ”Il Giudizio Finale”.
Il Museolab della città di Grosseto, una sorta di museo innovativo, all’interno del quale vengono spiegati e descritti ai visitatori i nuovi metodi di ricerca archeologica ed i risultati di studi recenti, ma anche ricostruzioni, grafici e pannelli esplicativi, che donano interessanti informazioni sulle attività economiche, politiche e quotidiane nel passato, vengono inoltre raccontati i metodi di ricerca degli Archeologi, il museo ha sede nei locali dell’ex convento delle Clarisse.
Il Museo di Storia Naturale della Maremma, un interessante centro che ospita una vasta collezione di mineralogia, zoologia, preistoria e paleontologia, la visita si articola attraverso numerose sale, nelle quali si potranno ammirare meravigliose esposizioni e pannelli esplicativi che raccontano le caratteristiche morfologiche del territorio grossetano.
L’Acquario Comunale, ospitato nei locali del Bastione delle Rimembranze lungo le mura di cinta, all’interno si potranno ammirare numerose vasche che accolgono specie ittiche del Tirreno, e una grande collezione di conchiglie provenienti dal Mediterraneo e dai mari tropicali.
lo Stemma
Inizialmente, lo stemma della città di Grosseto era costituito unicamente dal grifone, mitico animale alato che rievoca la cultura e le origini dei cittadini grossetani, riconducibili al popolo etrusco che, fin dal VII secolo a.C., si era insediato ed aveva abitato l'antica Roselle, città che ha costituito le vestigia del capoluogo maremmano.
In epoca medievale il grifone fu collocato sopra uno scudo rosso che rappresentava la vicinanza al partito ghibellino. Superato l'assedio del settembre 1328 quando, a seguito di quattro giorni di continua e intensa battaglia, vennero respinte le truppe di Ludovico il Bavaro, il grifone venne armato di una spada, a ricordo dello storico evento in cui la città passò agli onori delle cronache militari dell'epoca. Da allora, lo stemma comunale è pervenuto fino ai giorni nostri senza ulteriori modifiche.
In epoca medievale il grifone fu collocato sopra uno scudo rosso che rappresentava la vicinanza al partito ghibellino. Superato l'assedio del settembre 1328 quando, a seguito di quattro giorni di continua e intensa battaglia, vennero respinte le truppe di Ludovico il Bavaro, il grifone venne armato di una spada, a ricordo dello storico evento in cui la città passò agli onori delle cronache militari dell'epoca. Da allora, lo stemma comunale è pervenuto fino ai giorni nostri senza ulteriori modifiche.
Palazzo Aldobrandeschi
Palazzo Aldobrandeschi, sede della Provincia di Grosseto e noto anche come Palazzo della Provincia, è uno dei principali palazzi del centro storico di Grosseto. La facciata principale dell'edificio, rivolta verso ovest, si affaccia su Piazza Dante e ne delimita il lato orientale, presso il quale vi è l'imbocco di Strada Ricasoli che, scendendo leggermente, conduce a Piazza del Sale.
Un primo fabbricato, costruito in epoca medievale, era collegato alla vicina rocca aldobrandesca, presso la quale sorgeva anche una chiesa, dedicata a San Giorgio; sia la chiesa che l'intero complesso della rocca sono scomparsi nel corso dei secoli, lasciando posto agli attuali edifici situati tra il lato meridionale di Piazza Dante, il Cassero del Sale e il lato sud-occidentale delle Mura medicee. Con l'abbandono e la susseguente demolizione della rocca, il palazzo divenne la residenza cittadina degli Aldobrandeschi.
In epoca medievale e anche nei secoli successivi, il preesistente palazzo aldobrandesco doveva certamente ospitare alcune istituzioni legate alla vita cittadina dell'epoca che, una volta persa l'indipendenza, erano sottomesse prima a Siena e successivamente al Granducato di Toscana.
Il graduale spopolamento della città, dovuto alle migrazioni verso le colline dell'entroterra a causa del dilagare della malaria, portò ad un lungo periodo di decadenza, sia per la città che per le sue sedi istituzionali. Il lento e inesorabile degrado, protrattosi per alcuni secoli, culminò con la decisione di abbattere e ricostruire quel che rimaneva dell'antico palazzo aldobrandesco.
Agli esordi del 1898 cinquecento cittadini grossetani inviano al consiglio provinciale una petizione per l'acquisto e il ripristino dell'antico Pretorio, destinandolo a sede degli uffici della provincia: il palazzo, dopo essere stato per lungo tempo la sede del Podestà, ospitava all'epoca appartamenti privati e botteghe ed era composto da quattro diversi nuclei accorpati. Dopo aver accantonato, per la forte opposizione della popolazione, l'ipotesi di costruire la propria sede fuori delle mura, il consiglio provinciale delibera il progetto di nuova costruzione dell'immobile, demolendo gli edifici preesistenti. Vengono incaricati della redazione del progetto l'architetto Lorenzo Porciatti e l'ingegner Ciriaco Salvadori; la commissione giudicatrice, presieduta dall'architetto Guglielmo Calderini di Perugia, orienta la scelta verso il progetto del grossetano Porciatti, in considerazione dei costi e dell'aspetto estetico dell'opera.
Sulla stampa locale dell'epoca si legge:
« dal lato decorativo verrà restituito a Grosseto il migliore dei suoi monumenti civili, ripristinando con l'elegantissimo stile gotico senese della facciata e dei fianchi uno di quegli edifici che l'ignoranza degli uomini e la barbarie dei tempi deturparono. »
Il progetto realizzato, diverso da quello sottoposto alla commissione, è sostanzialmente rimaneggiato e modificato su "consiglio" del Calderini. Le demolizioni sono avviate nell'autunno del 1899 e i lavori, eseguiti dalla ditta Piero Ciabatti di Grosseto per una spesa totale di 68.408 lire, vengono iniziati il 5 aprile del 1900.
Il nuovo palazzo è ufficialmente inaugurato il 31 maggio del 1903 alla presenza delle autorità.
L'edificio è situato nel cuore del centro storico di Grosseto, in un'area che costituisce il centro nevralgico della città "intra moenia", attraversato dal corso decumano dell'asse di via Carducci.
La facciata del palazzo definisce il fronte settentrionale di Piazza Dante, detta anche del Duomo, ed è circondata a ovest dal fianco lapideo della cattedrale e a sud e a est dai due fronti porticati della piazza, caratterizzati dall'accorpamento di diverse unità su tre e quattro piani, alcune delle quali connotate dal medesimo lessico neogotico del palazzo della Provincia.
Il lotto su cui insiste palazzo è delimitato dai due antichi e angusti borghi di via Aldobrandesca (a ovest) e Galilei (a est) e confina a sud con altre unità residenziali.
Il palazzo presenta una pianta poligonale e una volumetria articolata, sviluppata su due, tre e quattro piani fuori terra più un livello ammezzato.
L'edificio è fortemente connotato dal carattere neogotico, rintracciabile nell'articolazione dei volumi e esplicitato negli elementi formali e decorativi, dell'esterno come dell'interno, e nell'uso dei materiali, travertino e mattoni, che rimanda chiaramente agli edifici pubblici del gotico senese.
Il fronte principale, sulla centrale Piazza Dante, presenta un andamento articolato e asimmetrico ed è composto da quattro diversi nuclei costituiti da due torri (più alta quella più prossima al Duomo) intervallate da due corpi più bassi.
Il piano terra, qualificato dal basamento in travertino, è ritmato da una serie di aperture - un portale archivoltato, cinque aperture finestrate e una feritoia - con arco a sesto ribassato e ghiera archiacuta (nelle sei lunette del portale delle aperture sono presenti altrettanti stemmi con simboli araldici).
Il piano nobile è ricondotto a maggior simmetria grazie alla teoria di sette finestre trifore (trilobate, con colonnine in marmo, ghiera in mattoni e stemmi nella lunetta come per i portali sottostanti): la centrale, in realtà una porta finestra, affaccia su un balconcino con mensole in marmo di foggia rinascimentale e davanzale in marmo traforato.
Il terzo piano è caratterizzato da tre bifore (trilobate e con colonnine in marmo) e da una quadrifora in corrispondenza della torre centrale; la torre situata all'estremità occidentale presenta inoltre due luci quadrate, con cornice modanata in marmo, al quarto livello.
Il fronte è concluso da una cornice a beccatelli (con archetti in mattoni e mensole in marmo) e da un attico merlato in mattoni e travertino, laddove i merli sono tagliati da semplici feritoie; tale motivo qualifica gerarchicamente il fronte principale rispetto a quelli laterali, che ne sono sprovvisti.
Sull'angolo con la via Galileo il fronte, smussato, presenta al primo livello un balconcino in marmo, a pianta poligonale, e una finestra con ghiera mistilinea e la merlatura dell'attico è sostituita da un archetto su pilastri che evoca la vela dei campanili medievali, evidente allusione all'antico richiamo della popolazione.
Il lato occidentale, su quattro livelli, è caratterizzato da una muratura in laterizio per i primi tre piani, scanditi da semplici aperture archivoltate, ed è concluso da una loggia a quattro fornici a tutto sesto inserita in un paramento in travertino.
Il lato orientale, su due livelli, è una semplice cortina in mattoni con tre aperture arcate per piano.
Dal portale sulla piazza si accede ad un andito, goticamente caratterizzato grazie alle decorazioni pittoriche delle pareti e della finta volta a crociera; la scala in pietra serena, di ispirazione scarpiana, è invece il risultato del restauro degli anni Novanta.
Alla destra dell'andito si accede ad un'ampia sala riunioni, completamente riqualificata a seguito del recente restauro, e ad alcuni locali di servizio; alla sinistra si giunge alla portineria, alla scala di servizio e all'ascensore.
In asse con l'andito è situato il vano scale, anch'esso medievaleggiante, con volta a crociera su mensole, finestrone triforo e scala a tre rampe con pilastro ottagono in travertino e balaustra a colonnette in pietra serena.
Al piano nobile sono situati gli uffici della direzione e, in corrispondenza con la sottostante sala conferenze, la sala del Consiglio: questa presenta sul lato nord tre monofore archiacute, che affacciano su una chiostrina interna, ed è caratterizzata dalla decorazione neogotica alle pareti (opera come per il piano terra e per le lunette della facciata dei pittori fiorentini Torrini e Vanni) e dai banchi e sedute in legno, progettate dallo stesso Porciatti.
Il terzo piano, al quale si accede dalla scala di servizio, riguarda soltanto due dei quattro nuclei che compongono l'edificio ed è completamente destinato ad uffici distribuiti attorno al centrale corridoio; il quarto piano è composto di un unico vano (l'interno della torre occidentale) e la superficie rimanente è destinata a terrazza praticabile, articolata su diversi livelli e raccordata da scale.